Sexta-feira, 28 de Setembro de 2018
A eleita da Bemposta, Srª D.Maria Fernandes pediu documentos aos caciques locais sobre um polémico concurso de pessoal (ver artigos desta cronista na Barca, alguns aqui transcritos).
Com uma falta de educação monumental e um desprezo pela Lei próprio do sertão brasileiro, onde reina o populismo dos petralhas e já não a lei dos coronéis, não lhe responderam.
Queixou-se à CADA, foram condenados a entregar-lhe os documentos.
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Os laranjas, ou melhor a CPC do PSD de Abrantes, chefiados pelo animoso neo-liberal pediram informações à Asssembleia de Freguesia da Bemposta sobre um eleito e sobre as razoes que o homem faltava às reuniões.
A Assembleia de Freguesia perguntou à CADA se podia dar esse tipo de informações.
Invocaram o Estatuto do Direito de Oposição.
A CADA disse aos caciques locais que não é com ela fiscalizar o Direito de Oposição.
E esclareceu que obviamente os documentos podiam ser facultados, excepto se houvesse atestados médicos a justificar as faltas, que contivessem informação sobre o tipo de doença ou tratamento do faltoso.
Aguarda-se que o neo-liberal vá requerer esses documentos sobre as constantes faltas da cacique às reuniões da CMA.
mn
Depois de insistentes pedidos, no sentido de ser limpa a Rua 5 de Outubro, em Abrantes, na qual resido, tal como a lei determina, verifica-se que alguma coisa foi feita. Todavia, o que foi executado encontra-se inacabado, como pode ser verificado junto dos prédios 397, 413, 423, 417 e 430, em cujas partes laterais há ainda grandes silvados que podem ser combustível para incêndio. Assim, e dado o período em que ainda nos encontramos, cá estamos a insistir de novo, no sentido do trabalho ser acabado.
Tenho conhecimento que a firma proprietária dos terrenos mencionados está em situação de falência, correndo um processo em tribunal e que a firma credora tem conhecimento desta situação e nada tem feito. Parece-me antever aqui algo anormal que condiciona a aplicação da lei.
Apelamos para o critério de justiça da senhora presidente da Câmara Municipal de Abrantes para resolver esta situação com a máxima brevidade que for possível terminando a limpeza dos terrenos antes que seja tarde.
Ramiro Silva
Residente na Rua 5 de Outubro nº 294, 1º Dtº em Abrantes
No Mirante dos Leitores com a devida vénia

Sua Excelência Reverendíssima, Monsenhor Viganò escreve nova documento dirigido aos católicos e ao mundo horrorizadao pela protecção dada pelo Papa e pela Cúria Romana ao ex-Cardeal McCarrick.
O Arcebispo cita quem o informou das sanções aplicadas ao americano, por Bento XVI, o Cardeal Marc Ouellet, agora Prefeito da Congregação para os Bispos.

E diz: '' Qui tacet consentit'' ou seja, ''quem cala consente'' e reafirma que não foram capazes de desmentir as denúncias feitas na sua carta. Segue o texto:
Scio Cui credidi
So in Chi ho creduto
(2 Tim. 1, 12)
All’inizio di questo mio scritto desidero innanzitutto ringraziare e rendere gloria a Dio Padre per ogni situazione e prova che ha disposto e che vorrà disporre per me durante la mia vita. Come ogni battezzato, come sacerdote e vescovo della santa Chiesa, sposa di Cristo, sono chiamato a rendere testimonianza alla verità. Per il dono dello Spirito che mi sostiene con gioia nella strada che sono chiamato a percorrere, intendo farlo fino alla fine dei miei giorni. Il nostro unico Signore ha rivolto anche a me l’invito: “Seguimi!”, ed intendo seguirlo con l’aiuto della sua grazia fino alla fine dei miei giorni.
“Finché avrò vita, canterò al Signore,
finché esisto, voglio inneggiare a Dio.
A Lui sia gradito il mio canto;
In Lui sarà la mia gioia”.
(Sal. 103, 33-34)
È trascorso ormai un mese da quando ho reso la mia testimonianza, unicamente per il bene della Chiesa, di quanto avvenuto nell’udienza con papa Francesco il 23 giugno 2013 e al riguardo di certe questioni che mi è stato dato di conoscere negli incarichi che mi furono affidati in Segreteria di Stato e a Washington, con relazione a coloro che si sono resi responsabili di aver coperto i crimini commessi dal già arcivescovo di quella capitale.
La decisione di rivelare quei fatti è stata per me la più sofferta e grave che abbia mai preso in tutta la mia vita. La presi dopo lunga riflessione e preghiera, durante mesi di profonda sofferenza e angoscia, in un crescendo di continue notizie di terribili eventi, con migliaia di vittime innocenti distrutte, di vocazioni e di giovani vite sacerdotali e religiose sconvolte. Il silenzio dei pastori che avrebbero potuto porvi rimedio, e prevenire nuove vittime, diventava sempre più insostenibile, un crimine devastante per la Chiesa. Ben consapevole delle enormi conseguenze che la mia testimonianza avrebbe potuto avere, perché quello che stavo per rivelare coinvolgeva lo stesso successore di Pietro, ciò nonostante scelsi di parlare per proteggere la Chiesa e dichiaro con chiara coscienza davanti a Dio che la mia testimonianza è vera. Cristo è morto per la Chiesa, e Pietro, Servus servorum Dei, è il primo chiamato a servire la sposa di Cristo.
Certo, alcuni dei fatti che stavo per rivelare erano coperti dal secreto pontificio che avevo promesso di osservare e che ho fedelmente osservato fin dall’inizio del mio servizio alla Santa Sede. Ma la finalità del secreto, anche di quello pontificio, è di proteggere la Chiesa dai suoi nemici, non di coprire e diventare complici di crimini commessi da alcuni suoi membri. Io ero stato testimone, non per mia scelta, di fatti sconvolgenti, e come sta scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica (par. 2491), il sigillo del segreto non è vincolante quando la custodia del segreto dovesse causare danni molto gravi ed evitabili soltanto mediante la divulgazione della verità. Solo il sigillo del segreto sacramentale avrebbe potuto giustificare il mio silenzio.
Né il papa, né alcuno dei cardinali a Roma hanno negato i fatti che io ho affermato nella mia testimonianza. Il detto “Qui tacet consentit” si applica sicuramente in questo caso, perché se volessero negare la mia testimonianza, non hanno che farlo, e fornire i documenti in supporto della loro negazione. Come è possibile non concludere che la ragione per cui non forniscono i documenti è perché essi sanno che i documenti confermerebbero la mia testimonianza?
Il centro della mia testimonianza è che almeno dal 23 giugno 2013 il papa ha saputo da me quanto perverso e diabolico fosse McCarrick nei suoi intenti e nel suo agire, e invece di prendere nei suoi confronti quei provvedimenti che ogni buon pastore avrebbe preso, il papa fece di McCarrick uno dei suoi principali agenti di governo della Chiesa, per gli Stati Uniti, la Curia e perfino per la Cina, come con grande sconcerto e preoccupazione per quella Chiesa martire stiamo vedendo in questi giorni.
Ora, la risposta del papa alla mia testimonianza è stata: “Io non dirò una parola!” Salvo poi, contraddicendo se stesso, paragonare il suo silenzio a quello di Gesù a Nazareth davanti a Pilato e paragonare me al grande accusatore, Satana, che semina scandalo e divisione nella Chiesa, ma senza mai pronunciare il mio nome. Se avesse detto: “Viganò ha mentito” avrebbe contestato la mia credibilità e cercato di accreditare la sua. Così facendo però avrebbe accresciuto la richiesta da parte del popolo di Dio e del mondo dei documenti necessari per determinare chi dei due avesse detto la verità. Egli ha invece posto in essere una sottile calunnia contro di me, calunnia da lui stesso tanto spesso condannata persino con la gravità di un assassinio. Per di più, lo ha fatto ripetutamente, nel contesto della celebrazione del sacramento più sacro, l’Eucaristia, in cui non si corre il rischio di essere contestati come davanti ai giornalisti. Quando ha parlato ai giornalisti, ha chiesto loro di esercitare la loro professione con maturità e di tirare le loro conclusioni. Ma come possono i giornalisti scoprire e conoscere la verità se quelli che sono direttamente implicati si rifiutano di rispondere ad ogni domanda o di rilasciare qualsiasi documento? La non volontà del papa di rispondere alle mie accuse e la sua sordità agli appelli dei fedeli ad essere responsabile non è assolutamente compatibile con la sua richiesta di trasparenza e di essere costruttori di ponti e non di muri.
Ma c’è di più: l’aver coperto McCarrick non sembra essere stato certamente un errore isolato da parte del papa. Molti altri casi sono stati recentemente documentati dalla stampa, mostrando che papa Francesco ha difeso preti omosessuali che hanno commesso gravi abusi sessuali contro minori o adulti. Incluso il suo ruolo nel caso del padre Julio Grassi a Buenos Aires, l’aver reinstallato padre Mauro Inzoli dopo che papa Benedetto lo aveva rimosso dal ministero sacerdotale (fino al momento in cui è stato messo in carcere, e allora a questo punto papa Francesco lo ha ridotto allo stato laicale), e per aver fermato le indagini per accuse di abusi sessuali contro il cardinale Cormac Murphy O’Connor.
Nel frattempo, una delegazione della USCCB (la Conferenza episcopale degli Stati Uniti, ndr), guidata dal suo presidente, il cardinale DiNardo, è andata a Roma per chiedere un’indagine del Vaticano su McCarrick. Il cardinale DiNardo e gli altri prelati devono dire alla Chiesa in America e nel mondo: il papa si è rifiutato di svolgere un’indagine in Vaticano sui crimini di McCarrick e dei responsabili di averli coperti? I fedeli hanno diritto di saperlo.
Vorrei fare un appello speciale al cardinale Marc Ouellet, perché con lui come nunzio ho sempre lavorato in grande sintonia e ho sempre avuto grande stima e affetto nei suoi confronti. Ricorderà quando, ormai terminata la mia missione a Washington, mi ricevette la sera nel suo appartamento a Roma per una lunga conversazione. All’inizio del pontificato di papa Francesco aveva mantenuto la sua dignità, come aveva dimostrato con coraggio quando era arcivescovo di Québec. Poi, invece, quando il suo lavoro come prefetto della Congregazione per i vescovi è stato virtualmente compromesso perché la presentazione per le nomine vescovili da due “amici” omosessuali del suo dicastero passava direttamente al papa, bypassando il cardinale, ha ceduto.Un suo lungo articolo su L’Osservatore Romano, in cui si è schierato a favore degli aspetti più controversi dell’Amoris Laetitia, ha rappresentato la sua resa. Eminenza, prima che io partissi per Washington, lei mi parlò delle sanzioni di papa Benedetto nei confronti di McCarrick. Lei ha a sua completa disposizione i documenti più importanti che incriminano McCarrick e molti in curia che li hanno coperti. Eminenza, le chiedo caldamente di voler rendere testimonianza alla verità!
In fine, desidero incoraggiarvi, cari fedeli, fratelli e sorelle in Cristo: non scoraggiatevi mai! Fate vostro l’atto di fede e di completa fiducia in Cristo Gesù, nostro Salvatore, di San Paolo nella sua seconda Lettera a Timoteo, Scio Cui credidi, che ho scelto come mio motto episcopale. Questo è un tempo di penitenza, di conversione, di grazia, per preparare la Chiesa, sposa dell’Agnello, ad essere pronta e vincere con Maria la battaglia contro il drago infernale.
“Scio Cui credidi” (2 Tim. 1, 12)
In Te, Gesù, mio unico Signore, ripongo tutta mia fiducia.
“Diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum” (Rom. 8, 28).
Come ricordo per la mia ordinazione episcopale, conferitami da san Giovanni Paolo II il 26 aprile 1992, avevo scelto un’immaginetta presa da un mosaico della basilica di San Marco, a Venezia. Essa riproduce il miracolo della tempesta sedata. Mi aveva colpito il fatto che nella barca di Pietro, sballottata dalle acque, la figura di Gesù è riprodotta due volte. A prua Gesù dorme profondamente, mentre Pietro dietro di lui cerca di svegliarlo: “Maestro, non t’importa che moriamo?”. Mentre gli apostoli, atterriti, guardano ciascuno in una direzione diversa e non si avvedono che Gesù è ritto in piedi dietro di loro, benedicente, ben al comando della barca. “Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: taci, calmati… Poi disse loro: perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?” (Mc. 4, 38-40).
La scena è quanto mai attuale per ritrarre la tremenda bufera che sta attraversando in questo momento la Chiesa, ma con una differenza sostanziale: il successore di Pietro non solo non vede il Signore a poppa che ha sicuramente il pieno controllo della barca, ma nemmeno intende svegliare il Gesù dormiente a prua.
Cristo è forse diventato invisibile al suo vicario? È tentato forse di improvvisarsi come sostituto del nostro unico Maestro e Signore?
Il Signore è ben saldo al comando della barca!
Cristo, Verità, possa essere sempre luce nel nostro cammino.!
29 settembre 2018
Festa di San Michele, Arcangelo
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo tit. di Ulpiana
Nunzio Apostolico
Anda por aí o Rui Rio a processar PSDs por coisas absurdas .....
Andam os justiceiros do facebook a clamar que o tripeiro deve usar uma moca de Rio Maior para espancar pelos Tribunais os infelizes que gastaram uns cêntimos a mais nas campanhas autárquicas!
Portanto vimos pedir à anterior direcção local do PSD que nos elucide daquilo que ninguém foi capaz de esclarecer à Entidade de Contas e Financiamento dos Partidos Políticos, sobre a apresentação dos candidatos da PAF na Aquavital nesta terra....


D.António Castel-Branco falando no misterioso evento
Em 3 de Setembro de 2015, a PAF apresentou-se na Aquavital
Quem é que pagou a cedência das instalações????

''Acresce que a Coligação não apresentou qualquer explicação relativamente
às situações que se listam de seguida: (...)''

ler o relatório na íntegra
Em sede de contraditório, veio dizer a PAF

Ao que ripostou a E. de Contas e Financiamento dos Partidos Políticos

Tendo mandado extrair certidão para os devidos efeitos
(ler aqui)
mn
PS-Já sabemos que tudo terminará arquivado, porque na ECFPP não há trauliteiros portuenses
créditos; Mirante, Relatórios da ECFPP
Quinta-feira, 27 de Setembro de 2018

A loja Delma, uma da mais tradicionais do centro da cidade vai fechar.
É mais uma machadada no Centro Histórico.
Podem continuar a cantar loas sobre regeneração, mas factos são factos.
ma
PS- devida vénia à Ana Chambel Dias para a imagem e informação. A Ana escreveu no face um texto muito interessante sobre esta loja, leiam-na.

Devida vénia a Saloia TV
É uma boa sugestão para transportes autárquicos.
mn
Segundo as declarações de Maria do Céu Albuquerque, na sessão da CMA, de 3/4/2018, reportadas pela jornalista Paula Mourato, a cacique disse isto:

Estas declarações foram objecto de comentário aqui.
Estas declarações não constam da acta.
Já se informou então quem foram os privados que venderam os terrenos à Iniciativas, faltava apurar em que condições parte dum terreno que o Estado cedeu à autarquia, chegou às mãos da Iniciativas.
A área total do terreno onde está implantado o Teatro tem 775,36 m2 e foi adquirida pela Iniciativas à CMA a parca área de 119 m2 pela quantia de 14.365 escudos, o resto do terreno (antiga Igreja de S.Pedro, em má hora abatida pelo camartelo público) dado à Câmara pelo Estado,ficou nas mãos da autarquia.
A escritura foi celebrada em 30 de Janeiro de 1947.
A avaliação do terreno foi feita por uma comissão mista, com um perito nomeado pelo Tribunal , outro pela autarquia e outro pelas Iniciativas (ou seja uma comissão com maioria de representantes do sector público).
Nada a ver com negociatas feitas recentemente em que se venderam umas piscinas avaliadas em 800.000 euros....por 6.000€ e se entregou metade dum jardim público a privados a preço da chuva.
Portanto se circulavam rumores sobre este negócio, grande parte deste ruído saiu das declarações sem fundamento feitas pela cacique a 3 de Abril.
Estes rumores são tão velhos como a história do Teatro, por volta de 1947, numa carta dirigida aos bosses da União Nacional, Henrique da Silva Martins acusava a CMA de ter entregue os terrenos do S.Pedro à borla... à Iniciativas.
O homem tinha sido deposto do cargo de Presidente da CMA por corrupção, prisões ilegais etc.
E passara toda a sua vida pública a tentar impedir a construção do Teatro, do Hotel Turismo, etc....

mn


Só hoje foi dado ao conhecimento ao público do Edital de Convocação da AM que será amanhã à tarde..
Assim se fomenta a participação popular.
Saliente-se a importância das propostas da CDU e Bloco sobre a famigerada descentralização, já recusada por Évora, Porto e outros municípios importantes.
ma
Um bófia, perito em informação e chantagem, monta um prostíbulo para sacar informação vaginal e a Procuradora, agora Ministra da Justiça de Espanha, achava bem
Também sabia dos encontros com menores por parte de magistrados em visitas ao estrangeiro e calou a denúncia à tutela.
Também achava que o mais poderoso juiz de Espanha era ''um maricas''. Agora é Ministro do Interior
Todas as graças da amiga íntima de Baltazar Garzón podem custar-lhe a demissão e a este impedirem-lhe o regresso à magistratura, donde foi suspenso.
Finalmente o outro amigo da Ministra, o bófia das meninas, está na cadeia e montou outra cena de chantagem a Juan Carlos.
mn